Isola di San Giorgio Maggiore vista dal Campanile di San Giorgio verso Punta della Dogana e il Canale della Giudecca.

Isola di San Giorgio Maggiore vista dal Campanile di San Giorgio verso Punta della Dogana e il Canale della Giudecca (Marco Trevisan, Bazzmann+Venipedia).

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L'isola di San Giorgio Maggiore si trasforma da area agricola a monastero benedettino nel X secolo. Il complesso, capolavoro di Buora, Palladio e Longhena, include la maestosa Manica Lunga, il Refettorio e la chiesa dei santi Giorgio e Stefano. Dopo essere stata porto franco e comando militare, nel 1951 l'isola rinasce come centro culturale grazie alla Fondazione Giorgio Cini, mantenendo comunque la Comunità Benedettina, il quale Monastero dipende dall'Abbazia di Praglia.

San Giorgio Maggiore deve il suo nome ad una chiesetta edificata nel 790. Così chiamata per distinguerla da un’altra isola della laguna, San Giorgio in Alga, per lungo tempo è stata sede di attività agroalimentari e poi, nel 982, fu ceduta dal doge Tribuno Memmo a Giovanni Morosini perché vi edificasse un monastero benedettino. Col tempo divenne sempre più importante, sia per la concessione di privilegi e lasciti che la Signoria gli concesse, sia per l'attività sempre più crescente religiosa e culturale, di cui divenne poi fulcro.Nel 1223 i primi edifici eretti furono distrutti dal terremoto,

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