Scene di vita presso il Ponte delle Guglie, anonimo, ca. 1700-1799 (Rijksmuseum)

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Venezia giugno 1509. Come stava la Serenissima nel bel mezzo di una guerra assai cruenta? Non scordiamo di mettere a fuoco che si trattava di una vera metropoli, piena anche di forestieri, paragonabile alla New York dei nostri giorni. Vi ricordate i dati che ho riportato la volta scorsa? 300.000 abitanti. Oggi ce ne basterebbero un terzo e torneremmo a essere una città.

Venezia, che dei talenti, della manodopera e delle competenze di tanti non veneziani aveva fatto tesoro, scopriva però in quel frangente di aver paura delle persone provenienti dai territori che le si erano ribellati contro. E avvertiva che la presenza dei tanti residenti, bergamaschi, cremonesi, bresciani, veronesi, vicentini e padovani, per non parlare dei francesi e dei tedeschi, si tramutava in una fonte di pericolo. Potevano essere spie, alleati della parte avversa o fomentatori di disordini. Da persone integrate nella vita della città dovevano essere pertanto considerati dei nemici della Repubblica. E così la prima mossa che venne avviata fu quella di conoscere compiutamente la composizione degli abitanti: Sanudo annotava che i parroci furono mandati per tutte le caxe, a dimandar si havevano forestieri in casa, e tuor nota. Intanto i 12 deputati ai sestieri (i capo sestieri), riunitisi a San Marco e trati di libri de le descrition di le contrade, eleggevano tra loro due nobili e due cittadini che si sguinzagliavano per la città per compilare un inventario delle persone residenti, per vedere chi sono, quello fano e la nation, et si hanno arme. A questa indagine poco dopo seguì l’intimazione ad andarsene (qui vedete un comandatore cioè un banditore, tratto dal volume di Cesare Vecellio, De gli habiti antichi, e moderni di diverse parti del mondo): un ordine rivolto ai forestieri che provenivano dalle città ribelli, soprattutto a milanesi e bergamaschi, e in particolare a quelli che è pocho tempo erano venuti a star qui, compresi poi quelli che parlavano la lingua degli Stati alleati contro Venezia. E Sanudo non poteva non dispiacersi nel veder partire medici molti stimati li quali vadagnavano (guadagnavano) ben.

Fu fatto poi un decreto riguardante i soldati forestieri: non potevano portare armi e se ne fossero stati trovati in possesso sarebbero stati immediatamente impiccati. E subito fo fata una forcha alta in mezo a le do colone.

La città, in preda all’insicurezza, allontanava chi aveva in realtà sempre accolto con buona disposizione, specie se portava conoscenze, tecnologie o semplicemente poteva lavorare per contribuire a mantenere uno stile di vita elevato anche nei consumi, caratteristico di una capitale rinascimentale e mercantile, com’era Venezia.

La paura, come è noto, rinfocola sovente antichi pregiudizi e false credenze: cosicché in quei giorni venne deciso che li zudei che erano venuti qui di Padoa et Mestre dovessero ritornare a li soi alozamenti… per aleviar la terra di tanto populo.

E verso le città venete consegnatesi al nemico si alzava forte il rimprovero per l’ingratitudine e il tradimento.

(tp)

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