Curiosity, Gerard ter Borch the Younger, ca. 1660–62 (Metropolitan Museum NY)

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Curiosity, Gerard ter Borch the Younger, ca. 1660–62 (Metropolitan Museum NY)
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Il primo sussidio didattico per avviare i bambini all'alfabetizzazione, nel passato come nel presente, è costituito dall'abecedario o sillabario che ha alle spalle una lunghissima storia: già nel mondo classico troviamo tracce dell'utilizzo della tavola dell'alfabeto che per lungo tempo venne riportata con uno stilo su tavolette di legno incerate.

Il ricorso alle tavolette cerate, del resto, nel campo della prima istruzione e nella più generale pratica scolastica, si mantenne a lungo sino a tutto il Medioevo inoltrato. E proprio nel corso del Medioevo prevalse l'abitudine di incollare un foglio di pergamena, su cui erano scritte in sequenza le lettere dell’alfabeto, su una tavola di legno dotata di un manico per facilitare l'impugnatura dei bambini. Erano le madri o le nutrici a mettere tra le mani dei bambini questo strumento, perché proprio tra le mura domestiche avveniva la prima confidenza con la “lingua madre”.

Dalla materialità derivò il suo nome corrente: appunto tabula, poi, in volgare, tola o toletta (in Veneto) o santacroce, perché iniziava con tale segno. Il foglio di pergamena venne pian piano sostituito dalla carta. Le tole, tolette erano oggetti diffusissimi, che venivano messi a disposizione dai cartolai e venduti dagli ambulanti: già probabilmente stampati con la stampa xilografica, a blocchi di legno, furono le prime realizzazioni a stampa a caratteri mobili. Purtroppo questo è un patrimonio svanito quasi nel nulla, specie in Italia, nonostante la loro capillare diffusione.

Ne riproduco una bellissima di ambito inglese di metà XV. Ci aiuta in compenso il piano della raffigurazione: l’attività magistrale della Madonna trova espressione nelle figurazioni in cui il bambin Gesù tiene in mano proprio la tavola, come nel quadro di Pietro da Talata, detto Maestro di Borsigliana, eseguito tra il 1460 e il 1470 e conservato nella Chiesa di S. Maria nella frazione di Capraia a Pieve Fosciana nel lucchese. Ma ve ne sono molte altre e sovente è invece Anna che insegna alla piccola Maria a leggere.

(tp)

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