Curiosity, Gerard ter Borch the Younger, ca. 1660–62 (Metropolitan Museum NY)

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Scrivere testamenti. Ecco un uso della scrittura che divenne frequente soprattutto a partire dal XV secolo anche nelle donne, e soprattutto tra le donne veneziane. Decidevano di scrivere le loro volontà prima di un parto, data la mortalità assai alta in quell’occasione, e pertanto troviamo più testamenti di una stessa donna. E se prima si affidavano al prete-notaio, dal Quattrocento un più diffuso alfabetismo consente alle donne di scrivere e di affermare che il testo è di mia man propria.

Se ne servirono per lasciare traccia di sé, della propria soggettività, sovente per raccontare, pur brevemente, la propria vita e di farne un bilancio, riparando torti, facendo giustizia anche rispetto alle regole della trasmissione ereditaria, da cui erano escluse le figlie, ed esprimendo affetti e idee. Così la veneziana Dionora Contarini che impugnava la penna nel 1411 per far trasparire, attraverso il linguaggio della trasmissione di beni e denari, l’amore per il figlio Andrea e per il nipote e la trepidazione per la figlia Franceschina, ribadiva la decisione di disporre perché nulla più di alcune cose di poco conto venisse consegnato a Perazo, suo marito, a cui lasciava ironicamente le vessazioni da lui subite: laso al dito mio marydo tuti i reprozi e le ingitade e le menichonie che me deva tuto el dì, e recodasele ben.

Spesso lasciavano denari per gli orfani della Pietà e per i monasteri con cui avevano più rapporti, come la patrizia Maria Zorzi, moglie di Andrea Morosini che aveva sposato nel 1412. A 30 anni il 24 giugno scriveva di proprio pugno il testamento, di cui riproduco una parte, e che dimostra una certa accuratezza, pur nelle incertezze ortografiche del resto tipiche a quest’epoca. Ricorda il monastero della Croce della Giudecca, un convento importante in cui vi era uno scriptorium e verso fine secolo anche una stamperia.

I testamenti femminili, su cui la storia di genere sta facendo più luce di un tempo, si sono rivelati una fonte assai preziosa non solo per ricercare il rapporto delle donne con la scrittura bensì per indagare i loro desideri, le aspettative, le relazioni familiari e di coppia, i possessi materiali e, non ultimo, la spiritualità.

(tp)

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