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Pianeta Oceano, potremmo chiamarlo anche così, non solo Pianeta Terra. In esso vive infatti un’importante biodiversità complementare a quella terrestre ed è la base primaria da cui dipende la vita sulla terra. Attualmente, gli oceani assorbono circa il 25% dell’anidride carbonica emessa ogni anno dalle attività umane, producono un’importante fetta dell’ossigeno che respiriamo, regolano il clima e trasportano nutrimento. In molte parti del mondo la pesca è la fonte primaria di cibo e di proteine, talvolta l’unica.

Sebbene abbia nomi diversi in base all’area geografica (Atlantico, Pacifico, Indiano, in alcuni casi anche Artico), è un unico grande oceano, collegato. Per questo dobbiamo iniziare a considerarlo come un elemento che unisce, non separa, i continenti e le terre.

Nonostante ciò, lo conosciamo ancora molto poco. Ad oggi solo il 19% del fondale oceanico è mappato e ci sono vaste aree dell'oceano profondo e delle regioni artiche e polari di cui non sappiamo praticamente nulla sulla distribuzione delle specie, sugli ecosistemi, sui processi oceanici e sui fattori di stress.

Non possiamo gestire, né curare, ciò che non capiamo e c'è molto dell'oceano che rimane ancora un mistero.

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Pesca marina nell'Oceano Indiano, Sri Lanka (Aditya Siva, Unsplash)

Tradizionalmente percepito come invincibile, l'oceano è oggi minacciato da impatti multipli, da attività terrestri e marine, che interessano oltre il 40% della sua superficie. La de-ossigenazione sta creando "zone morte" oceaniche e la proliferazione di alghe dannose sta generando rischi significativi per la salute umana e per le economie. La copertura di coralli vivi, che ospita una significativa biodiversità e fornisce protezione costiera e mezzi di sussistenza, si è quasi dimezzata negli ultimi 150 anni.

In soli 200 anni, l’acqua dell’oceano è diventata il 30% più acida, abbassandone di conseguenza il suo pH, un cambiamento più veloce di qualsiasi altro noto nella chimica dell’oceano negli ultimi 50 milioni di anni. Questo provoca una minaccia sempre maggiore per tutta la biologia marina— e tutto ciò che si collega ad essa, noi compresi — con conseguenze importanti per le specie viventi, come la riduzione di capacità nel produrre scheletri e conchiglie, o l’impatto che ciò può avere sulla fisiologia respiratoria, di crescita, di riproduzione e persino di orientamento, per citarne alcune.

In pratica, le massicce quantità di CO2 assorbite dai mari stanno cambiando la chimica dell’acqua e colpiscono i cicli di vita di molti organismi marini, soprattutto quelli che si trovano nella parte più bassa della catena alimentare.

I cambiamenti climatici stanno impattando anche sulla temperatura, sulla salinità e sull'ossigenazione dell'acqua dell'oceano e dei mari più interni. Alcune conseguenze sono più visibili — come lo sbiancamento delle barriere coralline, l'aumento di eventi meteorologici e inondazioni intensi, tra le notizie più diffuse nel periodo più recente — altre meno, come la recente epidemia che sta decimando la Pinna nobilis in tutto il Mediterraneo, il cui cambio di temperatura e salinità sembra favorire il "virus" causa della moria — e con la Pinna anche l'habitat naturale che crea intorno ad essa.

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Sbiancamento dei coralli, causato dall'aumento della temperatura e dell'acidificazione dell'acqua marina (@dvrbrk, Twenty20)

In questo nuovo millennio, la scienza oceanica ha maturato un’ampia conoscenza per la diagnosi dei problemi, ma ha bisogno di un massiccio aggiornamento nella sua capacità di offrire soluzioni di diretta rilevanza per lo sviluppo sostenibile.

Il Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo SostenibileDecade of Ocean Science for Sustainable Development, conosciuto in Italia anche solamente come Decennio del Mare e ideato dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell'UNESCO (IOC, Intergovernmental Oceanographic Commission) — è un vero e proprio piano di implementazione (PDF) che punta a mobilitare la comunità scientifica, i governi, il settore privato e la società civile intorno a un programma comune di ricerca e di innovazione tecnologica.

Nell’oceano che vogliamo, sono sette i principali risultati prefissati:

  • Un oceano pulito dove le fonti di inquinamento vengono identificate e ridotte o rimosse.
  • Un oceano sano e resiliente in cui gli ecosistemi marini vengono compresi, protetti, ripristinati e gestiti.
  • Un oceano produttivo che supporta l'approvvigionamento alimentare sostenibile e un'economia oceanica sostenibile.
  • Un oceano prevedibile in cui la società comprende e può rispondere alle mutevoli condizioni oceaniche.
  • Un oceano sicuro dove la vita e il sostentamento sono protetti dai pericoli legati all'oceano.
  • Un oceano accessibile con un accesso aperto ed equo a dati, informazioni, tecnologia e innovazione.
  • Un oceano stimolante e coinvolgente in cui la società comprende e valorizza l'oceano in relazione al benessere umano e allo sviluppo sostenibile.

Il percorso per raggiungerli, passa attraverso tre obiettivi primari, dieci sfide principali e una serie di azioni, tra programmi, progetti, attività e contributi.

Questi gli obiettivi:

  • Obiettivo 1: identificare le conoscenze necessarie per lo sviluppo sostenibile e aumentare la capacità della scienza oceanica di fornire i dati e le informazioni sugli oceani necessari.
  • Obiettivo 2: sviluppare capacità e generare una conoscenza e una comprensione complete dell'oceano, comprese le interazioni umane e le interazioni con l'atmosfera, la criosfera e l'interfaccia del mare terrestre.
  • Obiettivo 3: aumentare l'uso della conoscenza e della comprensione degli oceani e sviluppare la capacità di contribuire a soluzioni di sviluppo sostenibile.

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Un mare sano è un mare più pulito, più vivibile, più incantevole. (@travellersplanet, Twenty20)

Queste le sfide:

  1. Comprendere e mappare le fonti di inquinanti e contaminanti terrestri e marine e il loro potenziale impatto sulla salute umana e sugli ecosistemi oceanici, e sviluppare soluzioni per rimuoverli o mitigarli.
  2. Comprendere gli effetti di molteplici fattori di stress sugli ecosistemi oceanici e sviluppare soluzioni per monitorare, proteggere, gestire e ripristinare gli ecosistemi e la loro biodiversità in condizioni ambientali, sociali e climatiche mutevoli.
  3. Generare conoscenza, sostenere l'innovazione e sviluppare soluzioni per ottimizzare il ruolo dell'oceano nel nutrire in modo sostenibile la popolazione mondiale in condizioni ambientali, sociali e climatiche mutevoli.
  4. Generare conoscenza, sostenere l'innovazione e sviluppare soluzioni per uno sviluppo equo e sostenibile dell'economia oceanica in condizioni ambientali, sociali e climatiche mutevoli.
  5. Migliorare la comprensione del nesso oceano-clima e generare conoscenze e soluzioni per mitigare, adattare e costruire la resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici in tutte le aree geografiche e su tutte le scale, e per migliorare i servizi, comprese le previsioni per l'oceano, il clima e il tempo.
  6. Migliorare i servizi di allerta preventiva multi-pericolo per tutti i rischi oceanici e costieri legati a geofisica, ecologia, biologica, meteo, clima e antropogenici e la preparazione e resilienza della comunità.
  7. Garantire un sistema di osservazione degli oceani sostenibile in tutti i bacini oceanici che fornisca dati e informazioni accessibili, tempestivi e utilizzabili a tutti gli utenti.
  8. Attraverso la collaborazione multi-stakeholder, sviluppare una rappresentazione digitale completa dell'oceano, inclusa una mappa oceanica dinamica, che fornisce un accesso libero e aperto per esplorare, scoprire e visualizzare le condizioni oceaniche passate, attuali e future in un modo rilevante per le diverse parti interessate.
  9. Garantire uno sviluppo completo delle capacità e un accesso equo a dati, informazioni, conoscenze e tecnologia in tutti gli aspetti della scienza oceanica e per tutte le parti interessate.
  10. Garantire che i molteplici valori e servizi dell'oceano per il benessere umano, la cultura e lo sviluppo sostenibile siano ampiamente compresi e identificare e superare le barriere al cambiamento di comportamento necessarie per un cambiamento radicale nel rapporto dell'umanità con l'oceano.

Si parla di oceano, ma sarà tutto il mondo marino a beneficiare di una maggiore conoscenza, di migliori strumenti e di soluzioni attuabili per risolvere e per mitigare minacce e sfide sempre più pressanti.

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