Ci fermiamo a Casier: è talmente bello il paese che si specchia sulla larga ansa del fiume, che decidiamo di fare una sosta fuori programma. Ripartiamo per fermarci dopo poco in un angolo verde e ombroso per il pranzo. La discesa del fiume è più veloce di quanto ci aspettassimo e in meno di un’ora raggiungiamo Casale sul Sile proseguendo poi di gran carriera.
Ma il fiume rallenta, chi ha riposato in bragozzo e dà il cambio poco prima di Quarto d’Altino si trova un muro d’acqua e un caldo soffocante. Alla Conca di Portegrandi salutiamo Claudia che rientra a Caorle. Sono già le sei del pomeriggio e ci manca ancora il tratto più impegnativo. Non si tratta solo di vogare dopo una giornata di attività e con relativa stanchezza, ma di affrontare i rimanenti chilometri nel traffico intenso e caotico. La darsena di Portegrandi infatti è il punto di partenza di diverse imbarcazioni che frequentano la laguna soprattutto durante il fine settimana e questo è il momento del rientro.
Quello che fa più male è che i più sembrano non avere nessuna cultura rispetto al navigare e nessun riguardo per la laguna. Più il loro mezzo è potente e corre, più sembrano trovare divertimento. Non vedono il paesaggio, non si accorgono delle onde che spaccano le barene, allo stesso modo ci salutano divertiti di incontrare un così inconsueto equipaggio a remi. Che la caorlina e relativo equipaggio vengano sconquassati dalle onde poco importa.
Curato da: Luana Castelli
Questo contenuto appartiene alla serie del libro: Viaggiare a remi tra Venezia e il Nord ItaliaUna guida pratica, un diario di bordo del gruppo di vogatrici "Un Po di... Donne".