Il messaggio di IPCC nel nuovo report è chiaro: a meno che non ci siano riduzioni immediate e profonde delle emissioni in tutti i settori, il contenimento a 1,5°C è fuori portata.
La buona notizia è che ci sono evidenze crescenti di un impegno nell’azione per il clima. Alcuni paesi hanno raggiunto una costante diminuzione delle emissioni — coerente con la limitazione del riscaldamento a 2°C — e gli obiettivi di emissioni zero sono stati adottati da almeno 826 città e 103 regioni.
Ma questo non basta. Bisogna fare di più, molto di più.
Globalmente, ad ogni livello della società.
Il premio per questo immenso sforzo comune sarà una realtà più sicura, più sana, più accogliente, con maggiore benessere e qualità di vita, per tutti.
Questo è il primo report IPCC a fornire una valutazione approfondita di come i comportamenti, le scelte e il consumo umano possono contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico. Tiene in considerazione la nostra cultura e le scelte dettate dal nostro stile di vita, da come ci muoviamo per andare a lavoro, a cosa compriamo e cosa mangiamo.
Fornisce opzioni per gestire meglio la terra su cui viviamo, dal suo utilizzo per fornire cibo ed energia, al costruire nuove città e re-immaginare quelle esistenti. La terra può essere parte della soluzione, rimuovendo il carbonio dall’atmosfera, ma da sola non basta.
Vari ambiti della società moderna possono — e devono — lavorare insieme su tutte queste aree per essere più efficienti, sostenibili e ridurre le emissioni e raggiungere lo zero netto. Anche attraverso finanziamenti e investimenti per le economie “net zero”, cooperando senza confini, sviluppando politiche efficaci, sfruttando la tecnologia e l’innovazione.
Per restare nel limite di 1,5°C, le emissioni di gas serra globali devono ridursi del 43% entro il 2030, quelle di metano del 34%. Per restare nel limite di 2°C, le emissioni dei gas serra devono essere ridotte del 27% entro il 2030.
La temperatura si stabilizzerà quando raggiungeremo emissioni nette di anidride carbonica pari a zero.
La buona notizia — e con essa il dovere di attuarle — è che ci sono opzioni disponibili già ora, in ogni settore che possono almeno dimezzare le emissioni entro il 2030: domanda, consumi e servizi, energia, uso della terra, industria, aree urbane, edilizia e costruzioni, trasporti.
Sono aree in cui tutti possono e devono agire: dai governi alle aziende, dalle comunità ai singoli.
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Energia: il comparto energetico interessa una terzo delle emissioni globali, sono perciò necessarie grandi transizioni per limitare il riscaldamento globale, la riduzione dell'uso dei combustibili fossili e uso della cattura e dello stoccaggio del carbonio, sistemi energetici a basso o nullo contenuto di carbonio, elettrificazione diffusa e miglioramento dell'efficienza energetica, combustibili alternativi come, ad esempio, idrogeno e biocarburanti sostenibili.
Domanda e servizi: c’è un potenziale di riduzione delle emissioni globali del 40-70% entro il 2050, ad esempio gli spostamenti a piedi e in bicicletta, i trasporti elettrificati, la riduzione dei viaggi in aereo e l'adattamento delle case danno un grande contributo. I cambiamenti dello stile di vita richiedono cambiamenti sistematici in tutta la società, alcune persone richiedono ulteriori alloggi, energia e risorse per il benessere umano.
Trasporti: la riduzione della domanda e le tecnologie a basso contenuto di carbonio sono fondamentali per ridurre le emissioni, i veicoli elettrici hanno il maggior potenziale, i progressi nella tecnologia delle batterie potrebbero aiutare le ferrovie e i camion elettrici, nell’aviazione e nella navigazione sono necessari carburanti alternativi (idrogeno e biocarburanti a basse emissioni). Nel complesso, un potenziale sostanziale, ma dipende dalla decarbonizzazione del settore energetico.
Città e aree urbane: è necessaria una migliore pianificazione urbana, così come la produzione e consumo sostenibile di beni e servizi, elettrificazione (energia a basse emissioni), migliorare l'assorbimento e lo stoccaggio del carbonio (per esempio spazi verdi, stagni, alberi). Ci sono opzioni per le città esistenti, in rapida crescita e per le nuove città.
Edifici: è possibile raggiungere emissioni zero nette nel 2050, l'azione in questo decennio è fondamentale per cogliere appieno questo potenziale, comporta l'adeguamento degli edifici esistenti e tecniche di mitigazione efficaci nei nuovi edifici, richiede pacchetti politici ambiziosi, gli edifici a zero energia e zero carbonio esistono nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni.
Industria: utilizzare i materiali in modo più efficiente, riutilizzare, riciclare, ridurre al minimo i rifiuti, attualmente poco utilizzati nelle politiche e nella pratica. Per i materiali di base esistono processi di produzione a basso o zero gas serra, in fase pilota, o quasi, per la loro applicazione commerciale. Raggiungere lo zero netto è impegnativo.
Rimozione del biossido di carbonio: necessaria per controbilanciare le emissioni difficili da eliminare, attraverso metodi biologici come la riforestazione e sequestro del carbonio nel suolo. Le nuove tecnologie richiedono più ricerca, investimenti iniziali e prove di concetto su larga scala. È essenziale per raggiungere lo zero netto e sono necessari metodi concordati di misurazione, rendicontazione e verifica.
Uso della terra: un uso responsabile può fornire riduzioni di emissioni su larga scala e rimuovere e immagazzinare CO2 su scala. È necessario proteggere e ripristinare gli ecosistemi naturali per rimuovere il carbonio come foreste, torbiere, zone umide costiere, savane e praterie. Le richieste concorrenti (ad es: foreste, agricoltura, ecc.) devono essere gestite con attenzione; non può comunque compensare il ritardo nella riduzione delle emissioni in altri settori.
Colmare i divari d'investimento: i flussi finanziari sono 3-6 volte inferiori ai livelli necessari entro il 2030 per limitare il riscaldamento al di sotto di 1,5°C o 2°C. Il capitale e la liquidità globali esistono e sono sufficienti per colmare il divario di investimento, la sfida di colmare le lacune è più grande per i paesi in via di sviluppo.
Politiche, strumenti normativi ed economici: gli strumenti normativi ed economici si sono già dimostrati efficaci nel ridurre le emissioni, le politiche e le economie sono in grado di ottenere un cambiamento sistemico, una mitigazione ambiziosa ed efficace richiede un coordinamento tra governo e società.
Tecnologia e innovazione: gli investimenti e le politiche spingono l'innovazione tecnologica a basse emissioni, un processo decisionale efficace richiede la valutazione di potenziali benefici, barriere e rischi. Alcune opzioni sono tecnicamente fattibili, stanno diventando rapidamente convenienti e hanno un sostegno pubblico relativamente alto. Altre opzioni devono affrontare delle barriere. L'adozione di tecnologie a basse emissioni è più lenta nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, in particolare in quelli meno sviluppati.
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Le prove sono chiare: il tempo per l'azione è ora ed è necessariamente globale, a tutti i livelli della società.
Questi cambiamenti non servono solo a salvarci la pelle, producono e produrranno una realtà più sicura, più sana, più confortevole e maggiore benessere in ogni ambito per tutti.
Ognuno può e deve fare la propria parte.