Leonardo da Vinci nacque ad Anchiano — vicino a Firenze — il 15 aprile 1452, figlio illegittimo del notaio ser Pier, di Vinci, e di Caterina, donna di umili origini.
A diciassette anni traslocò a Firenze insieme al padre diventando apprendista nella bottega del celebre pittore Andrea del Verrocchio e dopo poco si iscrisse alla Compagnia dei Pittori. La sua inclinazione anatomista lo avvicinò al lavoro dei fratelli Pollaiolo, che eseguivano la pratica del dissezionamento di corpi al fine di comprenderne meglio l'anatomia.
Tra il 1482 e il 1483 si traferì a Milano, alla corte di Ludovico il Moro dove svolse numerose mansioni: allestì apparati per le feste, divenne ingegnere e urbanista, costruì congegni bellici e svolse un'intensa attività artistica e pittorica, pur continuando gli studi nei campi della fisica e delle scienze naturali. Durante questi anni, realizzò varie opere artistiche quali: la Vergine delle rocce (Museo del Louvre, Parigi), l'Ultima cena (refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, Milano) e la Dama con l'ermellino (Museo Czartoryski, Cracovia). Il 16 marzo 1500 Ludovico il Moro venne sconfitto e Leonardo fu costretto a lasciare il capoluogo lombardo spostandosi verso Venezia, con una tappa intermedia a Mantova presso la corte di Isabella d'Este.
La Serenissima convocò Da Vinci nella città lagunare in veste di ingegnere militare in un momento storico in cui Venezia era minacciata dai Turchi. I veneziani lo inviarono sulle rive dell'Isonzo per studiare un sistema di fortificazioni in grado di fermare l'avanzata ottomana. Leonardo, dopo vari studi e disegni, ideò di realizzare un sistema di dighe mobili per regolare i livelli del fiume, una sorta di anticipazione dell'attuale MOSE, da installare sul punto di confluenza tra l’Isonzo e il Vipacco, in grado di provocare inondazioni sui presidi del nemico in terraferma. Nella città dei Dogi lasciò alcuni dei suoi innovativi studi sulle caricature e sui volti grotteschi, la cui influenza è chiaramente intuibile in alcune opere del Giorgione e di Albrecht Dürer, e il disegno dell'Uomo Vitruviano — oggi conservato nelle Gallerie dell'Accademia di Venezia — raffigurante delle proporzioni ideali del corpo umano secondo i canoni antropometrici dell’architetto romano Vitruvio Pollio del I secolo a.C.
Lasciata Venezia, gli vennero commissionati lavori dal re di Francia Luigi XII e dal duca Cesare Borgia detto il Valentino portandolo a viaggiare ad Urbino, a Rimini, a Cesena, a Pesaro, a Cesenatico e in altre città delle Marche e della Romagna dove studiò porti, problemi di idraulica, fortificazioni.
Tornato a Firenze, Leonardo, su richiesta di Piero Soderini, incominciò a studiare il volo degli uccelli e le leggi dell'idrologia, del moto dell'acqua e inventò alcune tra le più interessanti macchine per il volo. In questi anni eseguì la tela Battaglia di Anghiari per Palazzo Vecchio ma, insoddisfatto, abbandonò l'opera che venne poi perduta. Sempre durante la permanenza a Firenze, si presume, realizzò anche la Gioconda, uno dei quadri più apprezzati del Museo del Louvre di Parigi.
Nel 1505 ritornò nuovamente a Milano al servizio del luogotenente francese Carlo d'Amboise, per il quale progettò un palazzo e una cappella (Santa Maria alla Fontana); avviò gli studi per la realizzazione del monumento equestre a Trivulzio e potenziò la sua formazione sulla navigazione fluviale, la botanica e le ricerche anatomiche insieme a Marcantonio della Torre.
Il ritorno degli Sforza del 1512 lo obbligò a lasciare nuovamente Milano e venne ospitato a Vaprio dall'amico fidato Francesco Melzi. L'anno successivo, Giuliano de' Medici lo ingaggò a Roma dove però venne escluso dalle grandi opere del tempo — San Pietro e la decorazione del Vaticano — e venne ostacolato nelle sue ricerche di anatomia.
Durante l'esperienza romana, come scrisse nei suoi appunti li Medici mi creorno e destrusseno, continuò a coltivare i rapporti con la Francia e nel 1517 si rifugiò nel castello di Cloux presso Amboise ospitato da Francesco I, che gli assicurò la residenza e una pensione annua come premier peintre, architecte et mechanicien du roi.
Visse ad Amboise fino alla fine dei suoi giorni: morì il 2 maggio 1519.