Furono suoi maestri Eustachio Manfredi e Francesco Maria Zanotti ma anche Iacopo Bartolomeo Beccari, che lo incanalò verso gli studi di fisica sperimentale e di medicina.I suoi primi scritti furono di astronomia ne gli Atti dell'Istituto bolognese ma già cominciava a delinearsi la sua inclinazione verso la scienza newtoniana, reputata, nel capoluogo emiliano, il seguito della corrente galileiana.Per approfondire la sua conoscenza del greco si trasferì alcuni mesi a Padova alla scuola del Lazarini, per passare poi a Firenze a quella di A.M. Ricci. Questi anni di dedizione arricchirono
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