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La memoria dell'antico e l'interesse per le anticaglie hanno avuto a Venezia particolare fortuna già in età rinascimentale, ma fu soprattutto fra Sette e Ottocento che si moltiplicarono le segnalazioni di scoperte di manufatti in diversi luoghi della laguna: tuttavia, a tali rinvenimenti non fu posta la dovuta attenzione, essendo per lo più interpretati come esempi di riuso di materiali antichi provenienti dalla terraferma.

Tale reticenza a prospettare un'antichità remota per la laguna veneziana è proseguita fino ad anni recenti, quando viceversa furono poste le basi per verificare con metodi "scientifici" la validità dei ritrovamenti.

Oggi, grazie a un dialogo interdisciplinare fra ambiti di ricerca differenti, è possibile ricostruire pur per sommi capi l'orizzonte entro cui si svilupparono le prime forme di occupazione di quello spazio, che ora è prevalentemente invaso da acque salse e che viceversa in età antica, segnatamente romana, era in gran parte costellato da terre emerse.

Si può parlare quindi di una laguna ritrovata.

Sede dell'incontro: Museo Archeologico Nazionale.

Relatrice: Maddalena Bassani.

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