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Ritratto fotografico di Daniele Manin— (Archivio Ateneo Veneto, per gentile concessione)

Politico veneziano dell'Ottocento, promotore del movimento di opposizione all'amministrazione austriaca, diventa Presidente del governo provvisorio di Venezia dopo l'insurrezione popolare e la cacciata degli austriaci.

Successivamente alla capitolazione della Repubblica di Venezia viene esiliato in Francia e aderisce al movimento unitario-monarchico di Cavour, diventando uno dei fondatori della Società nazionale italiana.

Nella vita privata era malinconico e insicuro, al contrario si trasformava in un oratore vivace e preciso in pubblico, lo ricordano come un uomo energico ancorchè contraddistinto da uno scetticismo realista. Partecipe attivo della vita sociale e politica di Venezia, sempre in prima linea nell'incentivare i dibattiti di argomenti importanti come le ferrovie, il diritto e l'agricoltura. Voleva riuscire a predisporre un patronato per i detenuti che uscivano dal carcere, una casa di accoglienza per gli orfani e per i figli di artigiani poveri, ma non perdeva occasione di criticare la politica asbu

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