Sulla facciata della chiesa si può notare una targa che indica le date di costruzione e le sue ristrutturazioni.
È tra le più antiche della città e dedicata ai fratelli di Aquileia Canzio, Canziano e Canzianella martiriati durante le persecuzioni del 284 - 305 di Diocleziano e Massimiliano. L'ultima ristrutturazione risale al XVIII secolo.
Al suo interno non ci sono opere di grandissimo valore, ma è comunque da ricordare la decorazione scultorea di Clemente Moli e le due cappelle, una dedicata a San Massimo dei Widmann e l'altra detta del Crocefisso dedicata a San Filippo Neri.
Si racconta che questo luogo di culto, proprio per la sua posizione defilata e al riparo da occhi indiscreti, sia stato scelto da Giacomo Casanova come scenario per scambiare una comunicazione epistolare d'amore tra lui e una monaca misteriosa dalle iniziali M. M.