L’ammarinatura delle anguille a Treporti nel 1822 -1848 rappresenta l’unica impresa proto-industriale di quel borgo nel corso dell’Ottocento quando in isola di Portosecco venne aperta, appunto, una piccola fabbrica per l’ammarinatura delle anguille.
Si trattava di un edificio di circa 500 mq dove nel corso della stagione produttiva, da ottobre a dicembre, vi trovavano lavoro quasi cento persone, provenienti anche dalle vicine frazioni lagunari.
L'impresa fu iniziata da Antonio Bevilacqua, che dalla Giudecca aveva trasferito a Treporti il laboratorio di trasformazione di quei pesci, acquistati anche nelle valli della laguna sud. L'azienda era poi stata presa in mano da Angelico Gradara, un comacchiese trasferitosi a Venezia e sostenuto da capitali di Samuel Della Vida, altrimenti noto per aver portato in città le Assicurazioni Generali di Trieste.
Il prodotto, arrostito allo spiedo e confezionato sotto salamoia in barilotti di 50 chili, veniva instradato soprattutto verso la terraferma veneta e alcune regioni dell’impero asburgico.
Con il blocco del porto di Venezia nel corso della Rivoluzione del 1848-49 vennero a mancare all’impresa gli sbocchi sul mercato e di conseguenza la fabbrica dovette chiudere e non venne più riattivata nel corso della Seconda dominazione austriaca.