Nipote del doge assassinato a S. Zaccaria (864).
Battagliero ed energico, egli è ricordato per l’organizzazione della difesa del territorio contro il pericolo rappresentato dagli ungari e acclamato come liberatore: nell’anno 900, per difendere il centro politico della città e quindi la sede del governo da possibili pericoli di attacchi e soprattutto premunirsi appunto contro le invasioni degli ungari, farà costruire in tutta fretta una muraglia dal Rio di Castello (poi Rio della Canonica, a fianco del Palazzo Ducale) fino a S.M. Zobenico.
Il basileus lo premiò concedendogli il titolo di protospatario. Morì di morte naturale e fu sepolto nel Monastero di S. Zaccaria.
Per alcuni mesi la sede dogale fu retta provvisoriamente da Domenico Tribuno, che non figura nell’elenco dei dogi.