Aveva 77 anni (era nato nel 1462).
Quel giorno nevicava e la cerimonia per l’inaugurazione fu rimandata al giorno dopo.
Studiò filosofia a Padova e aprì uno studio di avvocato a Venezia, si mise nel commercio marittimo con l’Oriente, fece esperienze come podestà in terraferma, comandò la flotta in Puglia, combattè in Romagna, a Faenza, nell’anno della Lega di Cambrai (1509) e venne fatto prigioniero. Rimase in carcere per tre anni.
Tornato libero ricevette altri incarichi e fu più volte ambasciatore.
Il 16 febbraio 1534 m.v. fu eletto alla carica più prestigiosa dopo quella del doge, cioè quella di procuratore di S. Marco de supra e in tale veste collaborò con il doge Andrea Gritti (1523-1538) di cui fu il successore.
Eletto doge, Pietro Lando impose la sua idea di purificare Venezia, tanto che persino l’Aretino smise i suoi panni e addirittura scrisse testi sacri, mentre prostitute e cortigiane incorsero nelle Leggi suntuarie che vietavano loro di indossare gioielli o portare abiti di seta.
Fu sepolto nella Chiesa di S. Antonino (Castello), chiesa che venne abbattuta nel 1807, durante la dominazione francese (1806-1814), per realizzare i Giardini di Castello. I resti del doge furono così perduti.